Irpef 2026: nuove aliquote da Legge di bilancio
Il DDL di Bilancio 2026 contiene diverse novità per imprese e famiglie tra cui, tra le attese novità, l’abbassamento della seconda aliquota dell’Irpef. imposta sui redditi delle persone fisiche.
Già nel 2025 è entrata a regime la ridefinizione degli scaglioni passati da quattro a tre ed ora la volontà del Governo dirige la rotta del fisco verso l’abbassamento della cosiddetta aliquota del ceto medio.
La manovra riduce di due punti percentuali l’aliquota Irpef per il secondo scaglione, che va dai 28mila ai 50mila euro ed è una conferma delle parole che il premier Meloni aveva detto agli Stati generali dei commercialisti che si sono svolti a giugno a Roma, dove aveva preso l’impegno di ridurre la pressione fiscale sul ceto medio.
I principali vantaggi fiscali previsti dalla manovra di bilancio in discussione in Italia (riferita alle misure per il 2026, data l’attualità) riguardano diverse aree, in particolare il sostegno ai redditi e alle famiglie e gli incentivi per imprese e investimenti.
Riduzione IRPEF: Si indica una riduzione dell’aliquota intermedia IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro. Viene inoltre confermata l’aliquota al 23% per redditi fino a 28.000 euro, rendendo stabile la struttura a tre scaglioni.
Taglio del Cuneo Fiscale: Viene reso strutturale il taglio del cuneo fiscale (riduzione dei contributi o detrazioni per i lavoratori) per i redditi medio-bassi. Per i redditi più bassi (fino a 20.000 euro) resta contributivo, mentre per quelli tra 20.000 e 40.000 euro introduce una detrazione fiscale fissa di 1.000 euro (con una riduzione progressiva oltre i 32.000 euro).
Bonus Mamma: È previsto un potenziamento del bonus per le mamme lavoratrici con almeno due figli e ISEE fino a 40.000 euro, che salirebbe da 40 a 60 euro mensili.
Tassazione Agevolata Aumenti Contrattuali: È prevista una tassazione sostitutiva del 5% sugli incrementi retributivi corrisposti ai dipendenti del settore privato con reddito non superiore a 28.000 euro, in attuazione di rinnovi contrattuali specifici.
Numerose anche le misure per Imprese e Investimenti
IRES Premiale: Viene introdotta l’IRES premiale, che prevede la riduzione dell’aliquota IRES ordinaria dal 24% al 20% per le imprese che reinvestono gli utili in assunzioni a tempo indeterminato e nuovi investimenti (beni strumentali materiali o immateriali qualificati).
Piano Transizione 5.0 e Super-Ammortamento: Sono previsti nuovi incentivi per l’innovazione e la sostenibilità ambientale, in particolare per il Piano Transizione 5.0 (incentivi per investimenti tecnologici e digitali in ottica di sostenibilità). Inoltre, è introdotto un super-ammortamento strutturale che aumenta il costo di acquisizione dei beni materiali ai fini dell’ammortamento.
Incentivi alle Assunzioni: Sono stanziate risorse per un esonero parziale dei contributi previdenziali per le assunzioni o trasformazioni a tempo indeterminato, in particolare per i giovani e le donne, per un periodo massimo.
Bonus Edilizi (Ecobonus/Ristrutturazioni): Si prevede una rimodulazione delle aliquote di detrazione per gli interventi edilizi ordinari: L’aliquota del 36% (anziché 30%) sarà applicabile anche per le spese sostenute nel 2026 per alcuni interventi. Le detrazioni per le spese di ristrutturazione sulla prima casa con tetto di 96.000 euro sono confermate al 50% (mentre per le seconde case si riducono al 36%).
Pace Fiscale: Sono introdotti interventi di pacificazione fiscale (Rottamazione quinquies e Saldo e Stralcio) rivolti a specifiche categorie di contribuenti per carichi affidati all’agente della riscossione fino a una certa data.
Secondo le analisi fatte dal CENSIS, una larga fetta della popolazione italiana, spesso oltre il 60%, si auto-identifica come appartenente al ceto medio. Essendo il segmento demograficamente più vasto, le sue scelte di spesa hanno un impatto massivo sulla domanda aggregata nazionale. Le famiglie a reddito medio, a differenza di quelle più abbienti (che tendono a risparmiare di più), hanno una elevata propensione al consumo. Ciò significa che gran parte di un eventuale aumento del loro reddito disponibile grazie al taglio fiscale come quello della manovra, si traduce quasi immediatamente in maggiori consumi sostenendo direttamente il PIL
