Crisi BEKO: verso una soluzione di salvaguardia

Beko

Firmato al Mimit, alla presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, e del Sottosegretario di Stato con delega alle crisi d’impresa, Fausta Bergamotto, l’accordo quadro Beko finalizzato a garantire il rilancio e lo sviluppo produttivo degli stabilimenti italiani del gruppo nel lungo periodo. L’accordo riduce gli esuberi da oltre 1.900 a circa 937 più i 287 del sito di Siena, ma soprattutto prevede che gli stessi vengano affrontati con ammortizzatori sociali conservativi e con uscite incentivate volontarie, secondo il criterio cosiddetto della non opposizione, evitando così i licenziamenti.
Rispetto al piano industriale originariamente presentato da Beko, si è scongiurata la chiusura della fabbrica di Comunanza e si è preservata l’attuale produzione di frigoriferi a Cassinetta che doveva essere ridimensionata; purtroppo non si è evitata la cessazione della produzione dei congelatori a Siena, ma si è pattuito un percorso che mira alla reindustrializzazione del sito anche grazie all’impegno del Governo ad acquisire lo stabile attraverso Invitalia d’intesa con il Comune di Siena. Per quanto riguarda, inoltre, le funzioni di staff e di ricerca, purtroppo le riduzioni di attività e di personale sono state solo limitate in parte ma non evitate del tutto. In ogni caso gli investimenti ammonteranno a circa 300 milioni di euro per l’arco di vigenza dell’accordo, che arriva al 31 dicembre 2027.
Di conseguenza le eccedenze complessive sono passate dalle circa 1.900 iniziali a 937 più i 287 di Siena. In ogni caso saranno utilizzati in tutte le fabbriche e in tutti gli uffici contratti di solidarietà e percorsi di uscite incentivate su base volontaria, per scongiurare i licenziamenti. Per Siena però si renderà necessario un atto normativo specifico, a cui il Governo si è impegnato, per individuare un ammortizzatore sociale conservativo, stante l’impossibilità di utilizzare la solidarietà. Quanto alle uscite si prevedono incentivi, subordinati alla adesione individuale, sia per chi può che per chi non può agganciare la pensione. Con specifico riguardo alle funzioni impiegatizie c’è l’impegno ad aprire un percorso di ricollocazione per il personale oggi in esubero in tutte le postazioni che si renderanno disponibili in futuro.

La firma giunge in seguito all’ampio consenso espresso dai lavoratori degli stabilimenti Beko Europe in Italia che, attraverso il referendum sindacale, hanno approvato con l’88% dei sì il testo preliminare definito nei giorni scorsi da azienda, organizzazioni sindacali e Mimit.
“Un accordo storico, per governare al meglio questa transizione industriale salvaguardando la forza straordinaria del Made in Italy che diventa per questa grande multinazionale il centro propulsivo in Europa” ha dichiarato il ministro delle Imprese del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso. “Tutti gli stabilimenti rimarranno operativi, Siena sarà avviata a un percorso di reindustrializzazione, non ci saranno licenziamenti e ogni uscita avverrà su base volontaria e incentivata. Credo sia un grande successo del Sistema Italia” ha aggiunto Urso.
Si tratta di un accordo sofferto, ma necessario, per scongiurare i licenziamenti e dare tutela ai lavoratori colpiti dalla decisione della multinazionale. Chiederemo la garanzia istituzionale per la piena realizzazione del processo di reindustrializzazione e più in generale per il rispetto delle tutele pattuite. Auspichiamo che continui il sostegno avuto dai Sindaci e Presidenti di Regione avuto in questi ultimi mesi.
Per Barbara Tibaldi segretaria nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore elettrodomestico “Abbiamo firmato un buon accordo che è stato approvato da oltre l’88% delle lavoratrici e dei lavoratori degli stabilimenti di Beko. È grazie alla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori di Beko che, ancora una volta, siamo riusciti a raggiungere un accordo che garantisce il lavoro e un settore strategico come l’elettrodomestico. Questo accordo costituisce un precedente importante nelle modalità e nel merito.” Fim, Fiom, Uilm, esprimono fortissima gratitudine a tutti i lavoratori che hanno contribuito a questo risultato con la loro mobilitazione e i loro sacrifici ed alla comunità – istituzioni incluse -che non hanno fatto venir meno la loro solidarietà.