Aprile 24

Addio Quota 100: cosa ci aspetta dietro l’angolo

Stiamo per dare addio ad una delle riforme-non riforme più significative della nostra storia repubblicana: la possibilità di andare in pensione prima. Non che non fosse già avvenuto prima (ex Enel, ex Alitalia, varie leggine ad hoc) ma questa volta era per tutti. Quota 100 scadrà alla fine dell’anno. I partiti litigano, da un lato la Lega insiste perché non venga cancellata, dall’altro quasi tutte le forze politiche che insistono per eliminarla alla luce del costo decisamente alto sulle casse dello Stato. Alla scadenza di Quota 100, per andare prima in pensione rimane l’APE sociale per chi ha svolto mestieri particolarmente usuranti. Cesare Damiano, presidente commissione lavori gravosi, a 24 Mattino su Radio 24 ha detto che l’APE sociale si farà, allargando la platea oggi definita (e per la verità molto ristretta: “Bidelli non ci sono nel nostro elenco. Giornali hanno scritto cosa non vera, pensiamo però di portare da 36 a 30 anni i contributi per lavoratori edilizia”.

Bisogna trovare un accordo, prima politico e poi con le parti sociali, prima del 31 dicembre 2021, altrimenti dall’oggi al domani ci si ritroverebbe con un aumento dei requisiti per il pensionamento di molti anni. Si è deciso di aumentare il numero delle professioni considerate particolarmente usuranti, in modo da permettere a più lavoratori di anticipare la fuoriuscita dal lavoro grazie all’ APE sociale.

Quanto varrebbe la pensione anticipata? Secondo alcune voci interne alla commissione arriverebbe a un massimo di 1.500 euro lordi al mese una volta compiuti i 63 anni, con 36 di contributi, la condizione per accedervi sarebbe, oltre ad essere parte di una categoria ammessa, aver svolto per gli ultimi sei o sette anni quella mansione, giudicata appunto pesante. Finora, con il regime autorizzativo attuale, hanno usufruito dell’APE sociale poche migliaia di lavoratori negli ultimi anni, nonostante la categoria di coloro impiegati in settori pesanti sia molto più ampia. La commissione sta lavorando ora a correggere questi errori.

Si pensa per i lavoratori dell’edilizia, per il muratore che è già compreso nell’Ape Sociale ma per andare in pensione in Ape oggi ha bisogno di 63 anni e 36 di contributi, di scalare qui 36 a 30 perché chi fa il lavoro da muratore fa i cantieri e i cantieri sono discontinui e raggranellare 36 anni di contributi non è facile per questi lavoratori. Per il momento, per bocca di Damiano, non si è scelto niente, ci sono 92 raggruppamenti professionali, 27 di questi potrebbero rientrare nei cosiddetti lavori gravosi, dipenderà dalla valutazione politica e dalle risorse messe a disposizione.