Decreto Lavoro: guardiamoci dentro

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Non è stato accolto da ovazioni, anzi, il nuovo Decreto Lavoro che il Governo Meloni ha varato contiene interventi orientati principalmente a riformare le azioni del precedente governo in materia di reddito di cittadinanza.

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Il provvedimento sul fronte delle politiche sociali contiene:
l’istituzione dell’Assegno di inclusione, nuovo strumento di sostegno economico alle famiglie con ISEE fino a 9.360 euro destinato a sostituire da gennaio 2024 il Reddito di cittadinanza , con obbligo lavorativo per gli occupabili.
Prevista poi l’istituzione del Supporto per la formazione e il lavoro dal 1 settembre 2023 per componenti tra 18 e 59 anni dei nuclei familiari con ISEE non superiore a euro 6.000 annui, che non hanno i requisiti per accedere all’;Assegno di inclusione in quanto non occupabili e privi di istruzione e specializzazione.
Sul fonte del lavoro dipendente, invece, scattano
il rafforzamento delle regole di sicurezza sul lavoro e ampliamento della tutela contro gli infortuni per studenti e lavoratori della scuola.
incentivi per i datori di lavoro che assumono giovani disoccupati con lo sgravio del 100% dei contributi.
una modifica della disciplina del contratto di lavoro a termine, con semplificazioni per il prolungamento fino a 24 mesi.
per l’utilizzo dei voucher delle prestazioni occasionali c’è l’innalzamento della soglia dell’importo complessivo e del limite di dipendenti per alcuni settori
Scatta un ulteriore taglio del 4% al cuneo fiscale, per il periodo 1 luglio -31 dicembre 2023, e l’innalzamento a 3.000 euro della soglia dei fringe benefits esenti IRPEF per i dipendenti con figli.
Prevista anche la riduzione delle sanzioni amministrative in caso di omesso versamento delle ritenute previdenziali che potranno essere rimodulate.

Per Confindustria nell’indagine sulle condizioni dell’occupazione nelle aziende associate, svolta tra febbraio e aprile 2022 l’occupazione è aumentata del 2,2%, sintesi di un incremento del 3,5% nelle imprese dei servizi e dell’1,3% nel settore dell’industria. L’aumento dimostra che un segnale di riresa esiste e coinvolge le imprese di ogni classe dimensionale, da quelle con meno di 15 dipendenti (+2,1%), a quelle con 16-99 dipendenti (+2,0%), a quelle con più di 100 dipendenti (+2,2%). Nelle imprese associate, nel corso del 2021, l’occupazione della componente maschile risulta aumentata dell’1,6%%, mentre è cresciuta più sensibilmente l’occupazione femminile.

C’è da attendere per vedere quali saranno gli effetti del Decreto Lavoro.

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