Luglio 24

Super Green Pass al lavoro: perchè il Governo lo vuole

Il Super Green Pass sembra l’arma più valida su cui punta il governo, non è però ben chiaro quali sono i confini delle scelte che stanno per cadere sui lavoratori privati e pubblici italiani. Ad oggi è stato ulteriormente esteso il Super Green Pass come misura anti-Covid oltre alle nuove regole della quarantena per i vaccinati (dopo un contatto con un positivo). Ampliato l’uso del Super Green Pass agli alberghi e strutture ricettive, diventa obbligatorio per feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose; sagre e fiere; centri congressi; servizi di ristorazione all’aperto; piscine, centri natatori, sport di squadra e centri benessere anche all’aperto; impianti di risalita con finalità turistico-commerciale anche se in comprensori sciistici; accesso ai centri culturali, centri sociali e ricreativi. La decisione più discussa e che è stata presa non senza qualche mal di pancia da parte di alcune forze politiche è l’adozione del Super Green Pass per l’accesso e l’utilizzo dei mezzi di trasporto compreso il trasporto pubblico locale o regionale. Il giro di vite del Governo arriva tre mesi dopo l’apertura di ottobre (al 75% in quelli all’aperto) che aveva allargato le presenze negli impianti sportivi. Il massimo livello di riempimento degli stadi torna a essere il 50% con disposizione a scacchiera. Gli impianti sportivi al chiuso, potranno arrivare al 35%. Per tutti gli spettatori è confermato l’obbligo di green pass rafforzato (da vaccino o guarigione da meno di sei mesi) e di indossare la mascherina FFp2. Inoltre sarà vietato consumare cibo e bevande in tutti gli impianti, al chiuso e all’aperto.
Se il Super Green Pass è quindi diventato parte della vita sociale degli italiani, non c’è stata invece l’estensione al mondo del lavoro, come chiedono i Governatori di regione e il Comitato tecnico scientifico. L’obbligo vaccinale ad oggi nel mondo del lavoro è a carico di sanitari, operatori Rsa, forze dell’ordine e personale scolastico. Mentre scriviamo arrivano numerosi commenti di politici che si schierano sulla prossima scelta che sarà fatta dal governò sul Super Green Pass esteso ad altre tipologie di lavoratori che per ora trova una netta (ma molti ci anticipano come posizione in cambiamento) opposizione della Lega e del Movimento Cinque Stelle.
Sono tante le dichiarazioni già fatte nel senso di adottare al più presto il Super Green Pass nel lavoro, dal presidente della Liguria, Giovanni Toti, insoddisfatto dalla scelta del governo di non estendere il super Green pass e che ha dichiarato al Corriere della Sera come sia ormai necessario estendere il Super Green Pass ad altre categorie del mondo del lavoro pubblico e privato dello stesso parere anche Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Per Zaia, presidente delle regione Veneto il vaccino deve diventare obbligo eliminando la scelta del tampone perché il sistema sanitario non è in grado di reggere un milione di tamponi al giorno.
Tra Green Pass base e Super Green Pass si basa ad oggi la differenza tra chi sceglie di vaccinarsi e chi per libera scelta o impossibilità non ritiene di farlo. Il Green Pass base si ottiene con la vaccinazione anti-Covid, la guarigione dall’infezione o l’effettuazione di un tampone rapido (48 ore prima) o molecolare (72 ore prima) mentre il Super Green Pass (o Green Pass rafforzato), invece, si può avere solo con la vaccinazione o la guarigione dalla malattia. Quindi viene escluso il test antigenico rapido o molecolare. Sull’utilizzo del Super Green Pass nel lavoro arrivano anche le perplessità di alcune associazioni di categoria per prima Conftrasporto-Confcommercio il cui presidente Paolo Uggè affermando che i vaccini sono la conditio sine qua non per un ritorno alla normalità ha espresso perplessità sul fatto che si adotti il Super Green Pass solo per i lavoratori italiani creando una disparità con quelli che provengono dall’estero: l’obbligo solo per i primi sarebbe una assurdità a tutto vantaggio delle imprese straniere, evitando che gli operatori esteri nel nostro Paese possano essere esonerati dall’obbligo del Super Green Pass, non escludendo che si possano innescare reazioni “anche incontrollate”.
Insomma per il mondo del lavoro sta per essere cancellata la possibilità di lavorare senza aver fatto il vaccino, con che modalità ancora tutto da chiarire, imponendo di fatto un obbligo al vaccino senza dichiararlo. Una soluzione all’italiana.