Ottobre 24

Contratto Commercio: distanza incolmabile tra Aziende e Sindacati

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Culminato nello sciopero del 22 scorso il dibattito sul rinnovo del contratto nel settore Commercio è fermo. Senza contratto restano oltre 2 milioni di addetti su una ipotesi di contratto dove non si è ancora discusso della parte economica e lo scontro si è concentrato sulla revisione degli istituti contrattuali fondamentali, la flessibilità e il welfare. I contratti nazionali di lavoro degli addetti del commercio, terziario e servizi sono scaduti tra il 2018 e il 2022 ed i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs raccontano che sono stati infruttuosi ad oggi i tentativi di conclusione della vertenza per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro terziario.
Ciò che non va proprio giù ai sindacati rappresentativi nel comparto è il fatto che esistono “condizioni pregiudiziali poste nel corso delle trattative e che ci fosse quindi la disponibilità ad erogare un aumento salariale cosi come previsto dagli indici relativi all’inflazione, prendendo in considerazione tutto il periodo dalla scadenza del contratto nazionale di lavoro”. Il tema è quindi principalmente quello salariale, Confcommercio chiede in cambio di un incremento salariale l’intervento su istituti come permessi retribuiti, 14a mensilità, scatti di anzianità e implementazione della flessibilità oraria.
Il brutto nella vicenda e che ci viene riferito da fonti sindacali è che ci sono spinte da parte delle aziende a trovare sponda in queste richieste con la complicità di sindacati ombra che potrbbero firmare intese dirette con alcune aziende aprendo la strada ad una doppia contrattazione. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs calcolano gli aumenti salariali con riferimento all’Ipca, gli indici armonizzati dei prezzi al consumo Ue rilevati periodicamente da Eurostat. Le variazioni tendenziali annue sono state dello 0,3% nel 2020, dell’1,9% nel 2021, dell’8,7% nel 2022 e dell’1,9% a ottobre 2023. Sommando grossolanamente le cifre si arriva vicino al +13% semplice.
Questo ragionamento viene respimnto fermamente da Confcommercio e Federdistribuzione, con le dichiarazioni di Donatella Prampolini Manzini, fatte alla rivista Distribuzione Moderna, “Ancora una volta, i sindacati hanno dimostrato che non hanno assolutamente come priorità la chiusura del rinnovo, ma la speculazione politica”. Diversa la posizione di Federdistribuzione, più articolata e con alcuni distinguo rispetto a Confcommercio. Carlo Alberto Buttarelli, riferendosi al comunicato sindacale, ha affermato “il riferimento generico alle associazioni datoriali non è corretto. Federdistribuzione non ha mai posto sul tavolo interventi su istituti fondamentali. Fin da subito abbiamo ritenuto queste richieste di Confcommercio non condivisibili. Abbiamo dato disponibilità alle rappresentanze sindacali per un incontro nel più breve tempo possibil”.
Una vicenda quella del contratto del Commercio che scontinueremo a seguire per informare i nostri lettori sulle posizioni che emergono sia da parte datoriale che sindacale.

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