Ottobre 24

Retribuzione e contratti collettivi: l’effetto dei rinnovi in busta paga ma non per tutti

La crescita tendenziale delle retribuzioni contrattuali definite nei rinnovi contrattuali registra una crescita superiore al punto percentuale segno che, anche se molto contenuta, l’azione dei contratti collettivi sulle retribuzioni, come correttivo alla perdita di acquisto degli stipendi dovuta all’effetto inflattivo, è comunque progressiva.
In media 2021, il valore delle proiezioni delle retribuzioni contrattuali è pari allo 0,6%, circa un terzo del valore dell’inflazione acquisita per lo stesso periodo (+1,7%).


Alla fine di settembre 2021, i 39 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 47,0% dei dipendenti – circa 5,8 milioni – e corrispondono al 46,9% del monte retributivo complessivo. I contratti che, a fine settembre 2021, sono in attesa di rinnovo scendono a 34 e interessano circa 6,5 milioni di dipendenti (il 53,0% del totale), quasi 1 milione in meno rispetto al dato di fine giugno e riguardano il 53,1% del monte retributivo complessivo.
Il tempo medio di attesa di rinnovo per i lavoratori con contratto scaduto, tra settembre 2020 e settembre 2021, è aumentato sia per i lavoratori con il contratto scaduto (da 17,9 a 28,7 mesi), sia per il totale dei dipendenti (da 14,1 a 15,2 mesi).
La retribuzione oraria media, rispetto al periodo gennaio-settembre 2020, è cresciuta dello 0,6%.
In aumento anche l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie: dello 0,1% rispetto ad agosto 2021 e dello 0,7% rispetto a settembre 2020.


In particolare, l’aumento tendenziale è stato dell’1,2% per i dipendenti dell’industria, dello 0,8% per quelli dei servizi privati ed è stato nullo per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono quelli dell’estrazione minerali e dell’energia e petroli (entrambi +2,7%) e del legno, carta e stampa (+2,3%). L’incremento è invece nullo per il settore tessile, per quelli dell’abbigliamento e della lavorazione pelli, dell’edilizia, del commercio, delle farmacie private e come già detto, della pubblica amministrazione.