Aprile 24

COOP lascia Roma: i perché della cessione a Magazzini Gabrielli

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La Coop lascia Roma. Come già annunciato da fonti sindacali che seguivano le mosse della cooperativa e il progressivo interesse per il Gruppo Gabrielli alle location del centro Italia Coop ha ufficializzato la cessione di più di 40 supericercati a Roma, sulla mappa della capitale rimarranno solo 7 bandierine Coop della cooperativa Unicoop Tirreno, gli altri (il numero varia tra i 40 e 54, secondo le risultanze dell’analisi in corso sulle compatibilità di catena) di Coop Alleanza 3.0 della catena “Distribuzione Roma” saranno in passaggio al Gruppo Gabrielli, che intenderebbe apporvi l’insegna Tigre. La certezza sul numero dei dipendenti in passaggio, tra i seicento e gli ottocento, si avrà a breve. Si sa di certo che il Gruppo Gabrielli ha in valutazione alcuni supermercati in zone che non sono di un interesse commerciale e degli incontro, tra la società entrante e sindacati.
Sarebbero coinvolti anche una ventina di Quadri nel passaggio dei supermercati ceduti a Gabrielli.
Si ripete ancora una volta la storia già vista in Carrefour con il passaggio a Conad, la forzata migrazione di dipendenti di una grande azienda, con contratti integrativi guadagnati nel tempo che scompaiono con le certezze occupazionali nel passaggio ad una serie di imprenditori singoli. Il rischio, che i sindacati manifestano, è quello di veder livellati costo del lavoro, diritti e tutele verso il basso. Di sicuro i dipendenti Coop nel passaggio avranno un nuovo di contratto, abbandonando quello attuale della cooperazione che a differenza del contratto dei dipendenti della grande distribuzione generalista prevede nello stipendio il pagamento del 100% anche per le assenze per malattia.
“Quel che verrebbe da dire è distintività cooperativa ultimo atto” – ha commentato ai microfoni di RomaToday Roberta Valenti, segretaria regionale della Uiltucs. “Andiamo incontro al solito modello della frammentazione dei punti vendita ceduti che rende difficile il controllo su piene tutele e garanzie per tutti i lavoratori. E’ un’operazione alla quale ormai siamo abituati ma che lo faccia anche la Coop ci lascia sbalorditi, sta rinunciando al suo tratto distintivo cooperativo sacrificandolo all’altare del profitto. Fa in sostanza quel che hanno fatto le grandi multinazionali. Una mutazione irreversibile”.

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