Starbucks: futuro denso di nuvole

In una lettera ai dipendenti pubblicata lunedì 24 febbraio, Brian Niccol CEO di Starbucks ha affermato che l’azienda informerà i dipendenti che termineranno il loro rapporto di lavoro entro mezzogiorno di martedì 25 febbraio. Il CEO ha anche sottolineato che Starbucks sta cancellando diverse centinaia di posizioni aperte e non ricoperte
Ma cosa accade nella catena americana che ha innovato il concetto di caffè al bar?
I licenziamenti annunciati sono circa 1.100, dipendenti che sono tagliati in USa ma ci si aspetta anche un taglio nelle altre nazioni dove il marchio è presente, secondo il piano di ristrutturazione voluto dal CEO Brian Niccol.
L’azienda ha circa 16.000 dipendenti in tutto il mondo, di cui 12.000 negli Stati Uniti, i licenziamenti in questa fase coinvolgeranno i dipendenti degli uffici. I lavoratori dei magazzini, della torrefazione e dei negozi non sono inclusi nei tagli. Niccol ha accennato per la prima volta ai licenziamenti nel gennaio 2025 come parte del piano di ristrutturazione aziendale.
Starbucks conta complessivamente circa 211.000 dipendenti negli Stati Uniti e circa 150.000 lavoratori a livello internazionale (dato aggiornato alla fine del 2024). Niccol, arrivato in azienda lo scorso autunno con l’obiettivo di rilanciare il marchio e contrastare il declino causato dal calo delle vendite, ha dichiarato di voler concentrarsi sul miglioramento dei tempi di servizio, in particolare durante le ore di punta del mattino. Inoltre, intende riportare i negozi a essere riconosciuti come luoghi di aggregazione e ritrovo per la comunità. Tuttavia, il programma di rilancio si sta scontrando con le difficoltà rappresentate dal calo delle vendite globali: a parità di punti vendita, queste sono diminuite del 2% nell’anno fiscale 2024, terminato il 29 settembre. Negli Stati Uniti, i clienti stanno manifestando insoddisfazione per i continui aumenti dei prezzi e per i tempi di attesa sempre più lunghi. Nel frattempo, in Cina, che rappresenta il secondo mercato più grande per l’azienda, Starbucks deve fronteggiare una concorrenza sempre più agguerrita da parte di rivali che offrono alternative più economiche.
Anche il morale dei dipendenti non è dei migliori, e le condizioni di lavoro all’interno dell’azienda hanno spinto molti lavoratori verso la sindacalizzazione. I sindacati, riuniti sotto l’organizzazione Starbucks Workers United, hanno guadagnato terreno in oltre 500 punti vendita negli Stati Uniti, coinvolgendo più di 10.500 dipendenti nel tentativo di negoziare il primo contratto sindacale nella storia dell’azienda. La crescente presenza sindacale rappresenta una sfida significativa per Starbucks, che si trova ora a dover affrontare non solo questioni legate ai clienti e alla concorrenza, ma anche tensioni interne legate al benessere e alle richieste dei lavoratori.