Capgemini: sciopero contro la riduzione dello smart working

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Capgemini Italia, leader nella consulenza per la trasformazione tecnologica e di business delle aziende, ha presentato una proposta per lo smart working, riducendolo, che ribalta l’accordo esistente da tempo e sottoposto ai lavoratori nel più ampio piano di utilizzo del tempo applicato al lavoro da remoto.
Il nuovo piano per lo smart working prevede elevato il numero di rientri ed esclusi i dipendenti in attesa di riallocazione presso altri clienti della società, con una riserva per le categorie fragili e, a solo per un periodo limitato, a chi risiede in province diverse.
Una proposta che appena arrivata sul tavolo delle organizzazioni sindacali è stata definita insufficiente e distante dalle esigenze di lavoratrici e lavoratori che ha portato le assemblee riunite, per valutare la proposta aziendale, a decidere per una giornata di sciopero, che Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno indetto per mercoledì 16 aprile.
Le proposte di Capgemini, dalla inflessibilità del numero minimo di rientri alle condizioni incerte riservate ai dipendenti fuori provincia, alle misure punitive nei confronti di quanti, all’interno del regime di assegnazione intorno al quale è organizzata l’azienda, sono temporaneamente inattivi, rappresentano un vistoso passo indietro che Capgemini non sembra disposta a rivedere. Questo atteggiamento dell’azienda è in linea con un mercato del lavoro che sta tornando ad una condizione precovid in merito alla flessibilità nella preenza in sede, Amazon è stata la prima ad eliminare completamente lo smart working che, da gennaio, ha reso obbligatoria la presenza in ufficio cinque giorni su cinque. Lo stesso vale per OpenAI, dove qualche tempo fa il Ceo Sam Altman aveva dichiarato che il lavoro da remoto è stato “uno dei peggiori errori dell’industria tecnologica”.
“Lo sciopero è stato proclamato per respingere una proposta che non risponde ai bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori – hanno dichiarato Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs – e per rimettere al centro la necessità di un migliore equilibrio vita-lavoro, il cui mancato rispetto può indurre lavoratrici e lavoratori a rinunciare all’impiego”.
Una mobilitazione che si muove anche a sostegno della trattativa per il rinnovo del Contratto nazionale dei Metalmeccanici, vertenza che Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs sostengono con un documento unitario che ribadisce la centralità del rinnovo contrattuale.“Le lavoratrici e i lavoratori di Capgemini sciopereranno oggi contro l’ultima proposta aziendale sullo Smart Working, giudicata insufficiente e penalizzante. La proposta ribalta l’accordo esistente con troppi rientri obbligatori, esclusioni ingiustificate e condizioni incerte per alcuni. Si contesta il passo indietro rispetto alla flessibilità acquisita e si rivendica un modello di lavoro basato su fiducia, equilibrio vita-lavoro e rispetto della professionalità. Lo sciopero è anche contro lo scarico delle responsabilità aziendali sui dipendenti e a sostegno del rinnovo del CCNL.

I dati aziendali, a giudizio delle organizzazioni sindacali firmatarie del comunicato diramato per annunciare lo sciopero, non sono corretti per questa modalità di gestione della Capgemini, tanti lavoratori risultano lavorare per una percentuale ridotta su cliente quando invece sono invece su commessa. Non sappiamo perché l’Azienda chieda questo ai lavoratori ma capiamo perfettamente che i dati che comunica sono diversi dalla realtà.
Le ore lavorate sono molte di più di quelle previste contrattualmente e la produttività è esplosa negli ultimi anni, ma a detta dell’Azienda la scarsa marginalità è ‘colpa dei lavoratori’ che in smart non producono abbastanza!
“Nel corso del confronto l’Azienda, che sta mettendo in difficoltà i lavoratori con rientri anche di centinaia di chilometri, si è spinta a dire che i lavoratori potranno andarsene se non riterranno sostenibile la proposta aziendale – leggiamo in una nota di Fabrizio Potetti, coordinatore nazionale del Gruppo Capgemini per la Fiom-Cgil – na vergogna inaccettabile da parte dell’azienda che, dopo aver assunto tante professionalità, anche attraverso la proposta dello smart-working, le scarica con parole da azienda padronale.”