Middle management in sanità: segnali di evoluzione organizzativa

Il comparto della sanità sta attraversando profondi cambiamenti organizzativi a livello globale, anche in risposta a sfide come l’invecchiamento della popolazione, la digitalizzazione, la carenza di personale e l’aumento delle cronicità sono diventate sfide che stanno trovando nella rivoluzione delle organizzazioni alcune risposte.
Si passa dal modello centrale ad un modello territoriale e integrato, da un modello centrato sull’ospedale a uno centrato sul territorio, con maggiore attenzione alla prevenzione, alla cronicità e alla gestione domiciliare. Sono state introdotte unpo dovunque nelle regioni le case di comunità come nuovi punti di accesso alla sanità, con team multidisciplinari per l’assistenza primaria. Si promuove la collaborazione tra servizi sanitari e sociali per una presa in carico completa del paziente. La sfida ancora più grande è la digitalizzazione per una sanità connessa ed un crescente utilizzo della telemedicina per follow-up, consulti specialistici e monitoraggio di patologie croniche ed ancora la continuità delle cure e lo scambio di informazioni tra professionisti e strutture, intelligenza artificiale e big data sempre più utilizzati per supportare la diagnosi, la personalizzazione dei percorsi di cura e l’allocazione delle risorse.
Anche le organizzazioni del lavoro in sanità stanno profondamente cambiando con team multidisciplinari che devono applicare il team building per gestire la complessità dei pazienti che richiede la collaborazione strutturata tra medici, infermieri, farmacisti, assistenti sociali, ecc.
In questo modello l’enfasi sulla leadership, come l’insieme delle competenze trasversali che riguardano la gestione delle motivazioni e al contempo dell’innovazione e del cambiamento, aprono nuovi orizzonti per azioni concrete di bilanciamento tra vita lavorativa e vita privata, risultando contemporaneamente un modello vincente anche per quanto riguarda le imprese che riescono a diventare più competitive .
Anche in sanità si assiste ad una crescita di middle manager (o “manager di livello intermedio”), professionisti che ricoprono una posizione precisa tra la direzione aziendale (dirigenza strategica) e le linee operative. Questi manager sono responsabili della supervisione e della gestione di gruppi di lavoro, implementando le strategie aziendali stabilite dalla leadership superiore e coordinando l’attività quotidiana dei team. In sostanza, i middle manager svolgono la funzione di “cinghia di trasmissione” fra obiettivi strategici definiti dalla Direzione aziendale e le attività di tipo programmatorio che dovrebbero raggiungere gli obiettivi attesi, fungono quindi da “ponte” tra i vertici e le attività quotidiane, assicurandosi che le decisioni strategiche vengano tradotte in azioni pratiche e che gli obiettivi aziendali vengano raggiunti.
Molto utilizzati, i middle managers in sanità, per la valutazione delle performance perché gli ospedali e le strutture sanitarie sono sempre più valutati in base agli esiti di salute e non solo sulle prestazioni erogate, da qui la necessità di creare valore prodotto per il paziente, piuttosto che del volume di prestazioni.
I middle manager diventano quindi cruciali per l’efficace funzionamento di un’organizzazione, poiché assicurano che la visione a lungo termine della Direzione strategica venga attuata attraverso la gestione quotidiana delle risorse, degli spazi, delle tecnologie e dei team.
Chi sono, nelle organizzazioni sanitarie, i middle manager? Appartengono a 5 famiglie e a 12 profili professionali: Direttori di Dipartimento e delle Professioni sanitarie, Direttori di Presidio e di Distretto, Farmacisti ed Ingegneri clinici, Responsabili acquisti, Uffici tecnici, Sistemi Informativi e Direttori del personale, Risk Manager e RSPP. Perché sono diventati così strategici nelle Aziende sanitarie? Perché negli anni abbiamo assistito al progressivo accorpamento delle Aziende sanitarie e ciò ha comportato il progressivo allontanamento della Direzione strategica dalle linee operative delle singole aziende.
Questo fattore ha generato la necessità di avere un diverso sistema di coordinamento e controllo in cui i manager intermedi hanno iniziato ad avere un diverso ruolo e una sempre più importante azione di valenza professionale e gestionale. A loro progressivamente è stato demandata la funzione completa del controllo e del coordinamento nelle sue diverse articolazioni: supervisione diretta, adattamento reciproco, standardizzazione di processi, progetti (output e conoscenze), piani, programmi e ruoli di coordinamento. Possiamo considerarli professionisti che detengono autorità formale e competenze professionali che permette loro di collegare il vertice strategico della Azienda al nucleo operativo avendo nuove funzioni quali la gestione diretta di processi e/o progetti, integrazione delle procedure e sviluppo di protocolli, coordinamento multidisciplinare ed utilizzo di piattaforme produttive.
Quale futuro intravedere per questo ruolo così essenziale per le Aziende sanitarie? Seguendo un modello tradizionale andando oltre le etichette che accomunano per valutare le specificità e i diversi fabbisogni manageriali, ovvero aumentando le formule normative con meccanismi operativi, contenuti, responsabilità e nuovi riconoscimenti.
I middle manager sanitari non sono meri esecutori: sono agenti di cambiamento e facilitatori dell’innovazione. Hanno il compito di trasformare le strategie in azioni operative, guidare l’adozione di nuove tecnologie e Best Practice, gestire e motivare il team, analizzare dati e monitorare performance, equilibrare innovazione e operatività, favorire una comunicazione virtuosa tra livelli organizzativi.
Investire nella loro formazione — soprattutto su competenze tecniche, manageriali, relazionali e digitali — è essenziale per aumentare l’efficacia delle organizzazioni sanitarie e la qualità delle cure.